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QUANDO IL BIMBO VA GIU’…L’ANNEGAMENTO

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“eppure poco fa era li’... “

QUANDO IL BIMBO VA GIU'... L'ANNEGAMENTO

Partiamo dalla definizione: per “annegamento” si definisce l’insufficienza respiratoria causata dalla sommersione o immersione in un liquido, indipendentemente dal fatto che essa risulti fatale o meno.

I dati: nel mondo 372.000/decessi anno. I più alti tassi di mortalità da annegamento si osservano nei bambini tra il primo ed il quarto anno di vita e negli adolescenti tra i 15 e i 19 anni.
In Italia muoiono per annegamento ogni anno, circa 10 bambini sotto i 4 anni e circa 100 adolescenti.

Le circostanze che portano all’annegamento variano in base all’età:

  1. Nei lattanti –> sorveglianza da parte degli adulti.
  2. Nella prima infanzia –> l’allontanamento dei bambini dai caregivers.
  3. Negli adolescenti –> comportamenti a rischio, come i tuffi o l’uso di alcool o droghe.

Setting in cui si può verificare l’evento è differente a seconda dell’età:

  1. in età infantile il 65% degli annegamenti avviene nella vasca da bagno per disattenzione degli adulti,
  2. Al di sopra dei cinque anni invece circa il 70% degli annegamenti si verifica in piscina.

Le circostanze che sottendono l’annegamento variano dunque a seconda dei fattori sociodemografici, come età, sesso, etnia ma dipendono anche da eventuali comorbidità presenti, quali l’epilessia, le disabilità intellettive ed i disturbi dello spettro autistico.

Altre patologie riscontrate nelle vittime di annegamento sono state malattie cardiache misconosciute, di cui spesso l’annegamento rappresenta la prima manifestazione, o le canalopatie, come la tachicardia polimorfica catecolaminergica e la sindrome del QT lungo.

In uno studio del 2011 è stato evidenziato che, su 35 casi di annegamento, ben il 28,6% delle vittime presentava una canalopatia misconosciuta.

FISIOPATOLOGIA

NB: diverse tipologie di annegamento: da acqua salata o dolce; bagnato o secco, a seconda che vi fosse riscontro o meno di liquido nei polmoni –> queste definizioni non sono più in vigore in quanto è stato dimostrato che tali differenze non sono significative nel trattamento e nella prognosi del paziente annegato.

Acqua entra in orofaringe viene in parte sputata e in parte ingoiata –> interruzione volontaria della respirazione della durata inferiore a 1 minuto –> ripresa degli atti respiratori –> acqua raggiunge le vie aeree –> riflesso della tosse e laringospasmo protettivi –> interruzione degli scambi dei gas respiratori –> ipossia, ipercapnia e acidosi –> arresto cardiaco

Questi fattori, assieme all’ipotermia concorrono nel determinare disfunzione cardiaca con rischio di disritmie, solitamente caratterizzate dalla sequenza: bradicardia –> PEA –> asistolia

L’ipotermia –> ipo- o ipercoagulabilità palsmatiche, rabdomiolisi, ipoglicemia, iperkaliemia e ipofosfatemia. L’insufficienza renale è rara ma talora presente nel post-critico, quale conseguenza dell’anossia e dello shock.
Neurologico: l’ipossia cerebrale causa rapidamente perdita di coscienza e apnea. L’outcome neurologico dipende dall’entità dell’insulto ipossico-ischemico iniziale. A questo, durante il decorso clinico, può associarsi edema cerebrale che concorre nel peggiorare il danno delle cellule cerebrali

GESTIONE PREOSPEDALIERA

Dopo aver portato il paziente a riva, si dovrà allertare prontamente il soccorso avanzato e procedere alla rianimazione cardiopolmonare se necessaria.

L’obiettivo primario è la rapida risoluzione dell’ipossiemia

  1. compressioni-ventilazioni permette un miglior outcome neurologico rispetto alle sole compressioni.
  2. non è indicata La manovra di Heimlich, in quanto ritarda l’inizio della RCP.
  3. non è indicata l’immobilizzazione del rachide cervicale, a meno che non vi sia stato un trauma spinale accertato.

Il trattamento dell’ipotermia è uno dei principali predittori di outcome favorevole nel bambino annegato, sarà di primaria importanza il suo trattamento precoce, già in ambiente extra-ospedaliero –> asciugato e coperto con vestiti o teli asciutti, evitando di intralciare la manovra rianimatoria. E’ importante anche ai fini di un eventuale utilizzo del defibrillatore

GESTIONE OSPEDALIERA

 – SUPPORTO RESPIRATORIO

L’ossigenoterapia è trattamento primario di tali pazienti. In caso di paziente:

  • cosciente ed eupnoico : O2 a basso flusso può essere sufficiente.
  • con distress respiratorio: ossigeno-terapia ad alto flusso o di una ventilazione non invasiva a pressione positiva. 
  • incosciente : l’intubazione, possibilmente tramite tubo cuffiato, per avviare la ventilazione invasiva.

 – SOMMINISTRAZIONE DI FLUIDI
segni di shock :  soluzione fisiologica e.v. (o intraossea, se l’accesso venoso non è disponibile)–> di boli a 10- 20 ml/kg. con uno stretto monitoraggio degli eventuali segni di peggioramento, in quanto il paziente annegato può presentare edema polmonare, a volte concomitante a componente cardiogena. In tal caso è preferibile la somministrazione di farmaci inotropi ai diuretici.

 – CORREZIONE DELL’IPOTERMIA
Di fondamentale importanza misurare la temperatura corporea e garantire, nel paziente ipotermico (Tc rettale <35°C), un adeguato rewarming”, direttamente correlato ad un migliore outcome.
Bisogna inoltre ricordare che l’efficacia della defibrillazione e dei farmaci dell’emergenza risulta ridotta in caso di ipotermia!
I metodi di riscaldamento possono essere:

 – TERAPIA ANTIBIOTICA EV : in caso di annegamento in acque sporche o contaminate

 – SONDINO NASO-GASTRICO E CATETERE VESCICALE: sempre nel paziente incosciente

 – ANAMNESI: Utile indagare, quando il paziente sarà emodinamicamente stabile, eventuali condizioni sottostanti come epilessia, ipoglicemie e aritmie cardiache misconosciute, oltre che le circostanze in cui è avvenuto l’annegamento, cercando eventuali fattori come abuso di alcol, utilizzo di droghe, storia di abusi.

TIPS &TRICKS

NB: ipotermia severa modifica l’algoritmo PALS limitando l’utilizzo dei farmaci e della defibrillazione:

  • < 30°C il limite di scariche di defibrillazione è 3 e non è consigliato utilizzare inotropi o antiaritmici, poiché risultano meno efficaci;
  • tra i 30 e i 35°C di temperatura corporea l’intervallo di somministrazione dei farmaci dell’urgenza deve essere raddoppiato (ogni 6-10 min)
  • L’acidosi si corregge con il ripristino della normale ossigenazione e ventilazione, oltre che con la riespansione del volume circolante e con l’utilizzo di agenti inotropi.
  • L’utilizzo routinario di sodio bicarbonato non è raccomandato.
  • L’uso di cortcosteroidi non è indicato in quanto inefficaci
  • ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI

PROGNOSI

Dipende da:

  • Tempo di annegamento (la prognosi è migliore se < 5 minuti)
  • GCS (outcome migliore se GCS> 5 all’arrivo in Pronto Soccorso)
  • Tempistica nell’avvio delle manovre rianimatorie (un ritardo nell’avvio della RCP si associa a prognosi peggiore)

RIASSUMENDO

  • Sono superate le definizioni di semi annegato/annegato e le differenze tra acqua dolce e salata.
  • L’obiettivo primario è ossigenare-ventilare-riscaldare
  • Non serve la manovra di Heimlich e solitamente neanche immobilizzare la cervicale.
  • Segui gli algoritmi PBLS e del PALS (se non li ricordi, questa lettura potrebbe essere uno stimolo al ripasso …) ricordando che nell’annegamento le compressioni/ventilazioni sono più efficaci delle sole compressioni.
  • Ricorda che l’ipotermia severa modifica l’algoritmo PALS dell’arresto cardiaco
  • Riscalda il tuo paziente gradualmente, non più di 0.5 °C /h con target 35°C
  • L’ECMO è forse l’unica via di uscita in caso arresto cardiaco in corso di ipotermia severa
  • Se necessario fai boli di SF ma attenzione all’edema polmonare
  • Antibiotico quasi sempre, bicarbonato quasi mai, cortisonico mai
  • Fai sempre un Emocromo, EGA, l’ECG, CK , glicemia, elettroliti e creatinina e magari anche un’eco polmonare o un’ RX torace.

….bene, è ora di completare  l’anamnesi.   Buona Estate a tutti!

 

sperando che vi lascino rilassare…

Bibliografia essenziale

1. World Health Organization Global report on drowning: preventing a leading killer. Geneva, Switzerland, 2014.

2. Semple-Hesse J et al Pediatric Submersion Injuries: Emergency Care and Resuscitation. Pediatric trauma. June 2022

3. Evans J, et al. Fifteen-minute consultation: Drowning in children. Arch Dis Child Educ Pract Ed 2021

4. Denny S A et al. ; AAP Council on Injury, Violence, and Poison Prevention. Prevention of Drowning. Pediatrics. 2021

5. Megan C Sandomierski et. Al S.A.F.E.R. Near Water: An Intervention Targeting Parent Beliefs About Children’s Water Safety. 9, October 2019, Journal of Pediatric Psychology, Vol. 44, pp. 1034-1045.]

6. Stallman RK, Moran K, Quan L, Langendorfer S. From swimming skill to water competence: towards a more inclusive drowning prevention future. Int J Aquat Res Educ. 2017;10(2): doi: 10.25035/ijare.10.02.03

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